La storia delle trasfusioni del sangue

Sin dai primordi perdere sangue significava perdere la vita; quindi il riceverlo significa ricevere la vita. I primi salassi venivano praticati sia dai chirurghi che dai barbieri che usavano uno strumento rudimentale chiamato "lancetta", oltre che l'impegno delle famose sanguisughe o mignatte.La prima trasfusione tra uomo e uomo, fu praticata nel 1492 a favore di papa Innocenzo VIII "sacrificando" tre giovani  che, nonostante questo, oltre a perdere la propria vita, non riuscirono nemmeno a salvare quella del Pontefice.Nel 1580 il naturalista Andrea Cesalpino scopre la differenza tra sangue venoso ed arterioso ed il collegamento con i capillari. A metà del 600 in Inghilterra si sperimentarono le prime trasfusioni tra animali, mentre in Francia, Jean Denis, prova quelle fra animali ed uomo: muoiono tutti dopo gravi disturbi mentali, debolezza, febbre alta, emplegia, cause dovute alla non conoscenza ancora dei gruppi sanguigni. Solo nel 1667 a Roma, Guglielmo Riva, chirurgo del Papa Clemente IX, compiendo tre trasfusioni da agnello ad uomo, riesce a salvare due persone. E' però l'eccezione che che conferma la regola, tanto che l'anno successivo questa pratica viene proibita per Decreto. Si incomincia allora a sperimentale la possibilità di sostituire il sangue con sostanze chimiche liquide (nitro, olio tartarico), iniettandole nei cani con uno strumento inventato da Giovanni Alfonso Borrelli nel 1670, chiamato "schizzetto" oggi meglio conosciuto come siringa. Nel '700 ritornano di moda le mignatte ma, per la difficoltà di reperimento, vengono usate soltanto dai ricchi. Spallanzani, alla fine del 700, ideerà la sterilizzazione, pratica poi ripresa dal grande Pasteur.

Trascorsero quasi 150 anni prima che la trasfusione sanguigna venisse di nuovo affrontata dalla scienza medica. Fu ripresa dal medico ostetrico inglese James Blundell che la riesumò nel 1818 nell’intento di combattere le gravi emorragie da parto. Più tardi Paolo Mascagni scoprirà la struttura ed il funzionamento dei vasi linfatici; Giulio Bozzero ed il tedesco Neumann espliciteranno la funzione del midollo osseo, e Bozzero, nel 1882, classificherà per la prima volta le piastrine come terzo elemento del sangue. Bisognerà aspettare invece il 1900 per scoprire i gruppi sanguigni, grazie agli studi del ricercatore Karl Landsteiner, che troverà anche il fattore rh.Vengono cosi classificati i gruppi A, B e lo O, mentre il gruppo AB sarà scoperto due anni dopo da De Castello e Sturli. Le trasfusioni venivano effettuate da braccio a braccio, e questa pratica proseguì fino al 1913, quando si incominciarono ad utilizzare dei contenitori di vetro per la raccolta del sangue e per la sua incoagulabilità, grazie all'aggiunta di citrato di sodio, destrosio e fosforo. Nei centri ospedalieri meno all'avanguardia, come lo è stato per Spoleto, la trasfusione da braccio a braccio è proseguita fino anni cinquanta.Oggi ormai vengono impegnate sacche di plastica, sterilizzate ed igieniche, ed ogni strumento adoperato (ago, siringhe, cannuli etc.) viene gettato dopo ogni singolo utilizzo.